Nei prossimi 10 anni si verificheranno fortissimi cambiamenti nel mercato professionale, un processo di cambiamento che la pandemia ha finito solo per accelerare.
Secondo uno studio predittivo “Professioni 2030: il futuro delle competenze in Italia” realizzato da ManpowerGroup, Ernst & Young (EY) e Pearson, delle professioni attuali poco più di un terzo avrà un trend in crescita, un 20% rimarrà stabile mentre la restante parte, oltre il 40% è destinata a trend in diminuzione più o meno accentuata.
Delle professioni in crescita solo poco più della metà sono riconducibili alla tecnologia, mentre buona parte riguarderà il settore dei servizi alle imprese come servizi informatici, telecomunicazioni, media digitali e comunicazione, servizi operativi di supporto, oltre a servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone e public utilities (gas, energia, acqua, ambiente).
Da contro invece i trend peggiori si registreranno nei settori dell’industria e dell’agricoltura, in particolare nel settore carta, cartotecnica e stampa, tessile, abbigliamento e calzature, agricoltura, caccia e pesca, estrazione di minerali, chimica, farmaceutica e petrolifera.
Appare dunque importante per i giovani optare per i trend in sviluppo e soprattutto scegliere il concetto di formazione continua. In tal senso assumeranno maggiore rilevanza le cosiddette soft skill, le competenze trasversali e le capacità di relazione a scapito delle competenze tecniche.
Diventeranno competenze fondamentali l’adattabilità, la capacità di ascolto e apprendimento, il problem solving, la capacità di analisi, capacità che permetteranno di innestare facilmente le competenze specifiche della professione, ma anche la forma mentis per adeguarle alle necessità contingenti.
Sintesi dell’articolo al link www.innovationpost.it/2021/02/19/professioni-competenze-chiave-futuro-lavoro-2030/.
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